Pinuccio & Doni Around the
house
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DA VARESE AL... MARE in moto - (2004) di Dario

CASCHIINSPIAGGIA

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Giro delle ALI CROCCANTI
19-20-21 Agosto 2008

Personaggi ed interpreti:

Dario “Coach-Reporter" & Grazia- BMW R1200 GS - "bella-bellissima"
Antonello “Il Biondo” & Sabina - Ducati Multistrada 1000 - "ripacandida"
Massimo “Nano” & Erika - Ducati Monster SR2 - "boh"

DUCATIMULTISTRADA

19 Agosto: 
Varese-Val Trebbia-Portovenere-Capannori(LU) 
20 Agosto:
Capannori-Viareggio-Lido di Camaiore-Capannori-Lucca-Capannori
21 Agosto:
Capannori-Forte dei Marmi-Passo della Cisa-Borgo Val di Taro-
Bardi-Passo Colla-Passo Pelizzone-Piacenza-Varese

Totale 1.005km

BMW

Lo dovevamo fare. Altrimenti ci avrebbero, ci avrebbe ucciso. Chi ??? La “lucertola” del gruppo…la SABBINA !
Mare voleva, mare ebbe. Sole voleva, sole ebbe.
Nei giorni precedenti la partenza, ho preparato vari itinerari e ho confidato al mio amico Biondo che avevo poche speranze di partire: vedevo troppo pessimismo, troppa poca volontà.

Invece, come tutte le cose organizzate senza pensarci troppo, il giro non solo si è fatto ma è stato anche molto piacevole e divertente, approfittando anche delle condizioni meteorologiche a dir poco perfette, col sole ancora estivo e caldo che ci ha “abbrustolito” per una giornata a mezza in riva al mare.

La “scintilla” che ha fatto accendere la fiamma del viaggio è stata anche la “pressione” del Nano che, più di una volta, sollecitava informazioni sulla partenza, sulla destinazione.
Allora la “perfetta” macchina organizzativa (cioè io) si mette in moto e in poche ore grazie al potente mezzo del www, inviate una ventina di mail, trova un bed and breakfast a Sarzana (vicino La Spezia). Un paio di telefonate all’oste e salta fuori che non ci dovrebbero essere problemi se non per la notte del martedì.

Rapide consultazioni telefoniche e si decide che la tre giorni sarebbe stata il lunedi-martedì e mercoledì. Chiedo che mi venga data una conferma per le notti richieste e attendo una risposta nel giro di poche ore.

Nel frattempo, per sopravvenuti problemi al Biondo e considerando anche le previsioni meteorologiche, decidiamo di cambiare il giorno di partenza e posticipare il tutto di un giorno. Avviso il Nano e mi preoccupo di richiamare il B&B per avvisare dello spostamento delle notti.
Il meschino mi dice che mi avrebbe richiamato entro le sei del pomeriggio per confermarmi tutto e rimango in attesa della risposta….che ora delle otto di sera non è ancora giunta.
Fiutando il problema, richiamo e vengo a sapere che il postribolo non è disponibile per la nottata di martedì per cui…è saltato tutto ! Minkia pallida ! 
E’ domenica sera, sono le nove e saremmo dovuti partire dopo 36 ore…panic ! 
Ricorro ancora allo “strumento magico” e comincio a mandare mail, fare telefonate, riti woodoo, processioni al Sacro Monte e accendere lampade votive.
Sicchè mi imbatto nel B&B di Capannori “La Corte” (www.bedandbreakfastlacorte.it) che propone una soluzione per sei persone a prezzi decisamente contenuti, in un contesto di campagna a pochi km da Lucca. Sapendo che i Cerullo’s non ci erano mai stati, ho pensato di cogliere due piccioni con una fava.
Chiamo e parlo con la Sig.ra Anna che, immediatamente, mi da disponibilità dei posti e comunica il costo di 55 euro per doppia.

Immediato giro di sms e, ricevuti i benestare da parte dei capifamiglia, ritelefono e prenoto.
Parlo questa volta col figlio il quale mi riconferma il tutto (“me l’ha detto la mi’mamma che avevate chiamato”) e concordiamo anche l’orario di arrivo previsto: martedì nel tardo pomeriggio.

Poi conclude con “Tutto bene. Mi fate un vaglia d’acconto ?” 
Un attimo di silenzio…e poi “Che bischero! Arrivate dopodomani ! Arrivate prima voi del vaglia…”.
Vabbè…
Ultimi accordi con il due autisti: partenza ore 7.00 all’autogrill di Castronno e poi via verso la Val Trebbia !

Giorno 1
Ci ritroviamo quasi tutti puntuali (vero Cerullo’s ?) all’autogrill e, col Nano c’è anche Erika al battesimo nel gruppo dei viaggiatori ON THE ROAD.
Soliti convenevoli, solite foto (una…l’ho fatta io come tradizione…) poi il caffè e la benzina.
Si parte !
Nel frattempo la SABBI comincia a spalmarsi di creme solari, abbronzanti e doposole: sulla tuta, sul casco sui guanti, sul viso..il costume ce l’ha già indosso (sopra la tuta in pelle) e al posto delle scarpe da moto indossa delle meravigliose pinne della Cressi.
Alla mia domanda “Ma il salvagente a forma di moto non ce l’hai ?” lei ha immediatamente intimato il marito, con sguardo truce “Te l’avevo detto io ! Invece di comprare le magliette della Ducati alla Shell, dovevi comprarmi il salvagente !”
La giornata promette bene, traffico zero e decidiamo di fare la famosa Val Trebbia. Le nostre signore non l’avevano mai fatta (a parte Grazia che era già stata portata sui luoghi col vecchio Ténéré). La temperatura gradevole e il sole caldo “ma non troppo”, ha reso il viaggio piacevole e ci ha fatto gustare il paesaggio, agevolati anche dall’andatura da pensionati in gita al mare.
Le soste sono immancabili anche par dare un po’ di tregua alla schiena di Erika che sta abbarbicata sul comodo “codino” del Monster e si tiene il più delle volte conficcando le unghie nel costato del Nano che, a sua volta, emette gridolini misti tra dolore e piacere.
Arriviamo in zona Chiavari e io evito accuratamente di passare per quel paese che mi ha visto lo scorso anno, protagonista presso la concessionaria BMW per parecchie volte.
Per fare contenta la SABBI, visto che lei non c’è mai stata, decidiamo di andare a Monterosso, una delle famose “Cinque Terre”. Per fare in fretta imbocchiamo l’autostrada a Lavagna…”tanto ci sarà l’uscita per le Cinque Terre”…invece no !
Ci troviamo all’uscita di S.Stefano Magra (La Spezia) e a quel punto, dopo un rapido consulto, decidiamo che non è il caso di tornare indietro (anche perché noi tre uomini c’eravamo già stati…eh eh eh) e optiamo per la più vicina Portovenere.
E’ ormai mattina tardi e SABBI si rispalma di creme e intingoli tanto non ci sta più dentro. Tutti (o quasi…a parte Erika sofferente di perizoma…no..di eczema…no…di ERITEMA !) vogliamo andare al mare per immergere le nostre membra accaldate nell’acqua salata.
Così risaliamo in moto e affrontiamo quei venti km che ci separano dalla tanto rinomata località di Portovenere.
Per raggiungerla attraversiamo La Spezia e ci dirigiamo verso il promontorio costeggiando il porto militare e uno stabilimento dell’Eni Idrocarburi….chissà come sarà pulito il mare….
Arriviamo nell’unica spiaggetta libera e ci accampiamo come nomadi: tute, caschi, stivali, sacchetti dell’esselunga coi panini…insomma ci costruiamo il nostro territorio metà al sole e metà all’ombra anche per proteggere la nostra Erika da quei cattivacci raggi solari.
Io sono il primo a “toccare” l’acqua e ad immergermi.

Primo allarme Tsunami nella costa di fronte alla nostra….lo spostamento d’acqua al mio ingresso è stato notevole.
Secondo allarme Tsunami all’ingresso del Biondo (anche io stavo affogando per l’onda)….ma noi cicciottelli galleggiamo facilmente…
Terzo e più grave allarme Tsunami al tuffo del Nano dal pontile…
La coltivazione di cozze presente davanti la spiaggia è stata ritrovata sugli alberi della costa opposta a circa 5 km di distanza, un paio di yacht si sono ribaltati e di alcuni bagnanti su vari materassini e canotti sono ancora dispersi.
La SABBI comanda il gruppo delle donne e in perfetta fila indiana, le conduce in acqua.
Le creme spalmate addosso con gli idrocarburi presenti nell’acqua creano una miscela pericolosa e nociva tant’è che alcuni, uscendo dall’acqua, avevano strani colori e un paio addirittura sembravano pitturati con gli evidenziatori della stabilo.
Il tempo passa piacevolmente e dopo il lauto pasto (una focaccia in poliuretano espanso di colore giallo costata quasi 3 euro) decidiamo di far riposare le nostre stanche membra.
Io mi addormento sui miei jeans stesi a mo’ di asciugamano e mi sveglio un paio di volte per il fastidioso russare di qualcuno che poi scopro essere io…
Il Biondo cerca la tintarella “aggressiva” addormentandosi al sole e il Nano sviene insieme ad Erika poco distante da me.
Le due sciure, invece, si cuccano tutto il sole possibile ed immaginabile incuranti del danno che l’intingolo di creme e acque salate avrebbero potuto procurare al loro splendido e scolpito corpo da modelle….
Alle quattro del pomeriggio decidiamo di partire in direzione di Capannori spronati anche dalla telefonata dell’oste che ci chiede quando saremmo arrivati.
Riprendiamo l’autostrada e ci involiamo in quel della Lucchesia, della Garfagnana…insomma verso Lucca.
Che dire ? La Toscana è la Toscana.
Uscendo a Capannori, rischio di sfondare il telepass che non si alza: costante nei vari passaggi di quei giorni.

Troviamo la strada abbastanza facilmente e ci fermiamo a fare benzina ad un distributore a poche centinaia di metri dal B&B.
Chiediamo informazioni su posti dove andare a cena la sera e se conosce il B&B.
Mi dice “Guarda…la vedi quella stradina a dugento metri ? Imbocchi quella, vai giù per 4/500 metri e sulla destra trovi La Corte”.
Intanto io e il Biondo notiamo una costruzione che ci fa venire in mente la foto del  B&B vista sul sito internet e cominciamo a disquisire sulla casa “Guarda ! Eccola lì” “Eh si…è quella che ho visto sul sito..Hai visto che ci sono due siti ??” Intanto il benzinaio ci guarda stranito…
Saliamo sulle moto e vroaaammm…verso al casa che io e il Biondo avevamo visto sul sito !
Ovviamente arriviamo dove ci immaginavamo fosse…e non c’era…nemmeno la strada…
Ritorniamo indietro e imbocchiamo la strada dettaci dal benzinaio che ci vede ripassare “Oh grulli ! Ve l’avevo detto io ! Bischeri !”
Così giungiamo al B&B e ci impossessiamo delle stanze dopo aver conosciuto il figlio della Signora Anna.

Nel frattempo l’arsura invoglia i due alcolisti della compagnia ad andare alla ricerca di un posto dove comprare delle birre da berci, belle fresche, nel cortile del b&b.
Iniziano le operazioni doccifere varie e Grazia sviene in coma post-sole sul letto e si risveglierà solo dopo un’oretta.
Io mi gusto, dopo la doccia rinfrescante, il piacere del silenzio e della campagna nella conca di Lucca, circondata dalle colline della Garfagnana.
Tornano il Biondo e il Nano col bottino di guerra e, una volta esaurite tutte le operazioni di rito, ci si ritrova a bere la birra, come aperitivo alla mangiata che avremmo fatto di lì a poco.
Rapido brain-storming e si decide per una succulenta cena a base di carne: le zuppe toscane avrebbero atteso la sera successiva.
Così, sempre seguendo le indicazioni dateci prima dal benzinaio e poi dall’oste, ci perdiamo nella ricerca del ristorante tanto rinomato.

Dopo il girovagare di un’ora nelle campagne toscane, riusciamo grazie alla vista di Erika, a scorgere un cartello che indicava la direzione del ristorante.
Giungiamo al posto tanto agognato intorno le nove e mezza, con una fame da lupi.
Prendiamo posto e facciamo le ordinazioni: tutta carne, bistecche di manzo, tagliata e costine. Ovviamente un antipasto non guasta e così facciamo gli “sboroni” e prendiamo sei antipasti accompagnati da ottime frittelline…quelle che una volta ingerite, si gonfiano nello stomaco in maniera spropositata togliendoti l’appetito per almeno due giorni.
Arrivano i bistecconi e cala il silenzio sul tavolo: ogni tanto ci si ringhia contro quando si vede che l’altro ci guarda il piatto, la paura che potesse addentare la nostra bistecca e toglierci il piacere di spolparla e sentire il sapore del sangue, è forte.
Pensate che di fianco a me c’era il Biondo…e quello non bada che sia carne di manzo o di uomo…quando ha fame, ha fame !
Per fortuna nessuno si è azzannato con l’altro e sopraffatti dal rifiuto dei succhi gastrici di lavorare e distruggere tutto quello che avevamo ingoiato, decidiamo per il superalcolico diluente.
Quindi l’accoppiata Weissbier e sambuca per me è stata devastante: ho rischiato il coma etilico per almeno due volte oltre che addormentarmi sul serbatoio della moto.
Non so come e non so guidato da chi, riconduco in pochi minuti, il gruppo a casa.
Giusto il tempo di entrare in camera e….svenire a “ics” con bocca aperta e bava che esce…
Dimenticavo: costo a coppia 61 euro…ma ne è valsa sicuramente la pena ! 

Giorno 2.
La sveglia è intorno alle otto e trenta.
Grazia ed io siamo i primi a raggiungere la sala colazione dove ci intratteniamo con la simpatica e cordiale Anna.
Grace, ancora sotto effetto di bistecca di manzo da sei etti, decide di farsi preparare un thè al posto del classico latte e caffè.
Poco a poco giungono anche gli altri che raccontano di come siano stati massacrati dalle zanzare: mal comune mezzo gaudio.
Tra una (centinaia) cazzata e l’altra decidiamo di andare al mare a Viareggio. La distanza è di una ventina di km circa, quindi una mezz’ora e sguazziamo nel mare della toscana.

La giornata è proprio estiva, un bel caldo secco e un sole bello pieno, lasciano presagire una bellissima giornata di mare: e così è stato.
Troviamo posto al Lido di Camaiore e, non appena scesi dalla moto, si scoprono gli altarini della SABBI.
Eh si ! La “Signora del sole” incontra il suo datore di lavoro che si rivela un bel ragazzo biondo e bello carico di soldi (ovviamente…). Il Biondo (quello vero…) rimane basito e dice “poi rompi le palle a me…intanto mica mi hai detto niente !”
Così, io e il nano, per solidarietà gli consigliamo di picchiarla in spiaggia e dare il buon esempio a tutti i mariti, ma lui è troppo buono e lascia perdere.
Smascherata in modo così imprevisto,lei insieme alla mia bionda e Erika, vanno a chiedere informazioni per prendere due ombrelloni con le sedie a sdraio.
Optiamo per il bagno “Abetone” e ci facciamo ciucciare un bel 40 euro per 2 ombrelloni e 4 sdraio.
Diamo un tocco di gioventù a quel bagno che sembra il distaccamento del Molina, gestito da un bel troione simpatico come un gatto attaccato alle palle.
Ma a noi niente ci fa !
Solito streaptease di abbigliamento motociclistico e si va ad immergere le terga in acqua.
L’acqua ha quel bel color marrone tipico del litorale. Non c’è tanta gente ma in compenso ci sono molte meduse…forse per quello c’è tanta gente ???
Noi uomini, impavidi e non curanti del pericolo gelatinoso, affrontiamo le onde e ci instauriamo in mare.
Le donne reggono poco l’acqua e preferiscono distendersi chi all’ombra e chi al sole…indovinate chi ???

Il mio stomaco segnala il pericolo di “allarme zuccheri” e mi ordina di andare a recuperare qualcosa da mangiare.
Così il trio delle meraviglie comunica alle signore che sarebbe andato alla ricerca di qualche stuzzichino da consumarsi prima del pasto.
Ma si sa che chi va con lo zoppo, va piano.
Quindi dallo stuzzichino si è finiti a bere campari col bianco e a svuotare il bancone del bar di tutto ciò che è commestibile.
Invitati ad andarcene perché non avrebbero tirato fuori più niente da mangiare, chiediamo ad un’indigena di indicarci una panetteria.
Le indicazioni questa volta sono perfette e noi in altrettanto modo perfetto giungiamo a destinazione.
Poco prima c’è un fruttivendolo e io mi occupo di prendere pesche, albicocche, pere…

In contemporanea il Biondo entra nella panetteria molto ben fornita e prende il numerino del turno.
Io e il Nano raggiungiamo il fornaio e troviamo il Biondo in uno stato di eccitazione mista ad euforia.
“Raga ! Guardate qua ! Ali di pollo !! Ah ! Io mangio queste ! Ne vado matto !”
“Eh si ! Anche per la Grazia ! Anche lei ne va matta !!!” dico io.
“Nooooo !!!! Che figata !!! Anche ad Erika  piacciono un casino !” ribadisce il Nano.
Intanto le commesse e le altre persone presenti nel negozio ci guardano divertite e sorridenti.
Il Biondo è in piena trance culinaria: “ Madò ! Le ali croccanti ! Ahò…Nano ! Guarda che ce le mettano nel sacchetto ! Mi raccomando !”
Non ci sta più dentro: ordiniamo anche delle focacce farcite e io voglio anche un paio di “dischi volanti”.
La tipa mi guarda strano e mi dice “Bella questa ! Non li aveva mai chiamati nessuno così “ e mette nel sacchetto tre schiacciatine: al peperoncino, al rosmarino e normale.
Paghiamo e usciamo come tre galli.
Fieri, con la schiena dritta, il petto in fuori: non vediamo l’ora di fare il figurone con le nostre belle fanciulle che nel frattempo ci hanno dato per dispersi…
Così entriamo nel Bagno Abetone e con il sorriso da vincitore di medaglia d’oro alle Olimpiadi, ci facciamo vedere a distanza dalle ragazze.
Giunti sotto l’ombrellone ecco il coup-de-teatre: “Erika ! Guarda cosa ti ho preso ! Le ali di pollo !!! Belle croccanti !!!” e il Nano passa il sacchetto.
Nel frattempo io descrivo la frutta acquistata alla mia signora e il Biondo è ancora sotto adrenalina.
Erika apre il sacchetto…e….”Ma amo…qui non si sono ali di pollo..sembrano schiacciatine..”
“Ma và ! Cazzo…hanno sbagliato a darci il sacchetto ! Prendi questo…”
Erika apre l’altro sacchetto e….idem.
Il sorriso da vincitore di medaglia si trasforma in sorriso da bischero: il Biondo afferra con impeto un sacchetto, lo gira e legge l’etichetta.
C’è scritto si “ALI” ma “CROCCANTI” !!!! Praticamente per i locali le “ALI CROCCANTI” sono dei pezzetti di schiacciatine, quelle che io poco prima avevo chiamato “dischi volanti”…

Si ode un tonfo secco sulla spiaggia, ci voltiamo e notiamo il Biondo svenuto a pancia all’aria, con ancora stampato il sorriso (da bischero).
Che figura di cacca che abbiamo fatto…ma quanto ridere !!!
Poi sono cominciate le domande di auto-insulto…
“Ma in effetti non si sentiva odore di pollo…”
“Poi i sacchetti non erano caldi…”
“Se è per quello nemmeno unti di olio..”

Meno male che le nostre signore hanno apprezzato comunque un gesto nobile nei loro confronti e ci hanno confortato battendoci le mani sulle spalle “Bravi lo stesso…Bravi…pirla !”
Dopo il pasto a base di ALI CROCCANTI e frutta, cerchiamo di digerire il tutto facendo una passeggiata lungo la spiaggia raggiungendo un pontile di nuova costruzione.

Giunti sopra notiamo una moltitudine di meduse di varie dimensioni per lo più grosse.
E lì scatta il momento “naturalistico”….
“Guarda! Vengono su per respirare…!” dice il Biondo
“Si…e da dove respirano ?” replica la maestra con fare quasi indisponente.
“Me l’ha detto mio cuggino, quello della mossa che dopo tre giorni muori, che le meduse hanno il buco o più buchi in testa come le balene e i delfini e da lì respirano !”

Da quel momento in poi si scatena la ridda di ipotesi su come respirano le meduse: la disputa dura un paio d’ore lasciando comunque tutti nel dubbio di come, ‘ste cazzo di meduse, respirano.
Ma è sempre il Biondo Cecchi Paone che detta nozioni e informazioni sul mondo animale, lasciando tutti basiti.
Ritorniamo in postazione (sotto l’ombrellone) dopo aver rischiato almeno un paio di volte di rompere le amicizie sempre per colpa di quelle bastarde di meduse: le donne sistemano le sedie per il consueto bagno di sole e noi, invece, andiamo a sfidare le bastarde (meduse) che ci aspettano in acqua.
Così, mentre guardiamo le operazioni di un Canadair che viene a prendere acqua per spegnere un incendio (speriamo abbia caricato anche un bel po’ di meduse….quelle bastarde…), ci bagniamo nell’acqua sempre più marrone del mare.

Avvistiamo parecchi corpi gelatinosi e uno di questi, sbatte con la capa contro la mia tibia lasciandomi un pruriginoso ricordo.
Il Biondo, circondato, comincia a colpire con forti pugni, la testa dei tentacolati animali, tramortendone un paio ma anch’egli riporta un ricordo spiacevole dell’incontro di boxe.
Il Nano, che in quel momento faceva la Svizzera, viene assalito ed accarezzato dai tentacoli.
A questo punto decidiamo per la resa…e usciamo dall’acqua sconfitti grattandoci come dei lebbrosi.
Il pomeriggio volge verso le ore più belle: sono le cinque e ci intratteniamo raccontandoci le varie estati di quando eravamo giovani.
Erika, a sentire quanto accadeva negli anni settanta-ottanta, è stata assalita da una sensazione di tristezza nel pensare quanto fossimo più “grandi “ di lei e ha chiesto al Nano di noleggiargli un paio di documentari dell’Istituto Luce per vedere cosa accadeva in quel periodo.
Ma può finire qui la giornata dei Cerullo’s ??? Certo che no…

La SABBI, che fino a quel momento non aveva evitato nemmeno un raggio di sole che sia uno, butta gli occhi su un bel lettino “libero”…e oltre agli occhi ci si butta tutta intera.
Così sopraggiunge il “titolare” del lettino che, con fare signorile, si siede sulla sedia proprio di fianco a lei…
Quasi infastidita da cotanto affronto e con sguardo compassionevole, si alza e si risiede in postazione “regolare”.
Sono ormai le sei del pomeriggio, la sera si va a Lucca a mangiare: saliamo in moto e andiamo al b&b per la consueta doccia e preparazione per la cena.
Ma l’aperitivo non può mancare: così con le birre avanzate il giorno prima e le focacce avanzate dal pranzo del giorno, ci facciamo un bel stuzzichino giusto per gradire…
La cena della sera la vogliamo a base di zuppe toscane e anche questa volta ci facciamo consigliare.
Arriviamo in pochi minuti a Lucca, parcheggiamo le moto e percorriamo tutta la città per raggiungere il ristorante consigliato.
Dobbiamo ricorrere però all’aiuto di un indigeno per trovare il posto in quanto sulla cartina dataci dall’oste non è stato segnato in modo molto preciso.

Il posto è molto gradevole e l’ambiente abbastanza tipico.
All’ingresso ci sono le foto di tutti i personaggi famosi che l’hanno visitato e noi cerchiamo anche le nostre foto ma non le troviamo.

Zuppa di farro con fagioli, zuppa di farro con lenticchie, pasta con un guazzabuglio di cose dentro e salsiccia con fagioli all’uccelletto.
Il tutto con vino della casa.
Che dire ? Io l’avevo già mangiata la zuppa di farro…ma ogni volta è un piacere per il palato.
I due cessi (a voi la scelta) ordinano un bel piatto di fegato con cipolle: Erika, tra i due, deve contenere più volte i conati di vomito…
Io e la SABBI ci facciamo di vin santo coi cantuccini mentre la mia signora ed Erika di tiramisù della casa.
Costo: 26 euro a coppia.
Ripercorriamo tutta la città e ritorniamo alle moto: con un colpo di culo incredibile, ritrovo la strada di casa in men che non si dica. Le palpebre calano…

Giorno 3.
La sveglia è come il giorno precedente e, come il giorno precedente, tutto avviene.
La colazione, le cazzate…
Giunge anche il momento di decidere sul cosa fare in quella giornata: le due irriducibili del mare e del sole optano per la mezza giornata al mare, il Biondo e il Nano per l’Abetone (il passo…non il lido) e Erika si astiene…
Eh no ! Obbligo, in quanto più anziano del gruppo, a prendere una posizione in merito e lei, SOLO per solidarietà nei confronti di animali dello stesso sesso, propende per la mezza giornata al mare.
Vabbè…accontentiamole…

Così decidiamo la destinazione: Forte dei Marmi, uscita dell’autostrada VERSILIA.

Carichiamo i bagagli, salutiamo e ringraziamo la Signora Anna (gentilissima e cordiale) e ci incamminiamo verso il mare con la “lacrimuccia” da fine vacanza.

Arriviamo nell’esclusiva località della Versilia ed, attraversandola, notiamo tutti i negozi di marca.
Percorriamo il lungo mare alla ricerca della spiaggia libera e,dopo qualche km, la troviamo.
Scarichiamo lo scaricabile dalle moto e raggiungiamo la battigia conquistando come al solito un posto che sia vicino al mare e che abbia sole e ombra.
Il mare è abbastanza mosso e i cavalloni che si vedono lasciano presagire il divertimento. Così, come tre bambini, ci buttiamo in acqua e cominciamo a fare i coglioni con le onde.
Ma l’età e il peso ci rendono il compito molto difficile e stancante….
Usciamo e andiamo alla ricerca della doccia: dobbiamo beccarne una che non sia guardata a vista dal bagnino…la troviamo e ci sciacquiamo del sale del nostro ultimo bagno del 2008.
Il languorino comincio a sentirlo e, come il giorno prima, propongo di andare al baretto antistante la spiaggia libera a prendere qualcosa da sgranocchiare. Questa volta, però, ci seguono anche le ragazze…che non si fidino ???
Arriviamo al baretto e vediamo una marea di portate: pollo (quello vero !), carne, polipo, patate, etc.etc.
Il Biondo esordisce con “Mah…io non ho molta fame adesso..” ed è quello che spende di più e magna come fosse al pranzo di nozze.
Noi altri, più contenuti, ci cibiamo di un piatto e relativo contorno. Erika ed io trasgrediamo con un gelato al termine del pasto…mentre il Biondo continua a mangiare….
Torniamo in spiaggia e Nano, Erika e Biondo non hanno le ciabatte: così inizia una gara alla ricerca dell’ombra per non ustionarsi i piedi. Veramente una situazione comica per noi che stavamo guardando…con le ciabatte !

Immagazzinando gli ultimi raggi del sole (marittimi)  diamo uno sguardo alla cartina e decidiamo la strada da farsi per il rientro. Si opta per il Passo della Cisa.
Salutiamo il mare e risaliamo in moto direzione Cisa: uscita ad Aulla e poi percorriamo tutta la statale così come fatto nel primo giro del Bastardo.
E così come per quella volta, ci fermiamo quasi in cima al passo a berci un caffè e a respirare un po’ d’aria più fresca.
Altro rapido sguardo alla cartina e decidiamo di fare quanto meno autostrada possibile: quindi direzione Borgo Val di Taro, Castello di Bardi (col passo Colla e Pelizzone), Castell’Arquato e Piacenza.
Le strade sono bellissime, curve non particolarmente impegnative e zero traffico. La strada fino a Borgo è tranquilla.
Poi cominciamo la salita verso Bardi: 25 km abbastanza duri ma per uomini veri…e noi siamo uomini veri.
Arriviamo a Bardi e il Nano si butta per terra baciando il suolo a mo’ di Papa. Gli ultimi km l’hanno distrutto…aggravato dal fatto che lui oltretutto è un po’ una sega…

“Scusa…ma fai guidare Erika se tu non ce la fai…”

E’ praticamente l’ultima vera sosta della giornata: sono le sei del pomeriggio.
Riprendiamo la strada verso casa e, al primo stop, rischio di cadere perché ci siamo sbilanciati in frenata. Grazia, compie un gesto atletico alla Sara Simeoni e salta praticamente al volo dalla moto lasciando a me tutto il peso del bestione provocandomi varie ernie inguinali da sforzo.
Ristabilita la situazione questa volta ripartiamo veramente verso casa.
Il caldo e l’afa si fanno sentire molto più che al mare e, a fatica, raggiungiamo l’autostrada.
Sosta tecnica e tacchinata della SABBI con un giovane motociclista (a dire il vero “ben” fornito di zavorrina). Pieno e ripartenza verso Varese.
Arriviamo a Melegnano e io rallento per farmi raggiungere dagli altri leggermente attardati. Passo il casello e vedo il Nano che sorpassa la pattuglia della stradale in impennata facendo il dito.
Poche centinaia di metri e i lampeggianti “invitano” alla sosta il nostro ducatista che, dopo un tira e molla di quasi venti minuti, ci raggiunge coi SETTANTA euro in saluti della Stradale per mancanza di specchietto laterale destro…

Tiriamo fino a Castronno dove è d’obbligo la sosta conclusiva. E’ sera, è buio ! Mai fatto così tardi nei giri in precedenza.
Foto di rito, saluti e ipotesi di future spedizioni.
La SABBI ha mire espansionistiche: vuole andare sul Gargano (dal Nano…), in Corsica, etc etc…
E chi la ferma più ???

Comunque anche questa volta una bella, bellissima tre giorni in Toscana.
La compagnia è stata come sempre ottima, ci siamo divertiti ed abbiamo visitato dei bei posti.
“Squadra che vince, non si cambia !”
Alla prossima, navigatori !

DUCATIMONSTER1

PS a proposito di quelle stronze di meduse…

…Le altre funzioni (la respirazione, la distribuzione delle sostanze nutritive e l'escrezione) avvengono tutte a livello cellulare, in mancanza di organi specializzati.

Tutte le foto le trovi nel sito di Dario:

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