| DAY 1 (18 maggio – Venerdì) Ore 7.20 all’autogrill di Castronno direzione Serravalle – Genova – Chiavari. La sera precedente la partenza, come i bambini che aspettano Babbo Natale, non si riesce a dormire: il Biondo mi telefona chiedendomi se non potevamo partire prima, il Nano addirittura mi chiama alle 18 di giovedì dicendo che si stava dirigendo verso l’autogrill di Castronno punto abituale di partenza. Io cercavo di passare il tempo riguardandomi gli itinerari, preparandomi lo zaino, guardando la televisione...ma niente...la palpebra fa molta fatica a calare. Così alle 5 del mattino sono già sveglio, prendo il gatto che abitualmente a quell’ora mi rompe le palle che vuole uscire (ma stava dormendo) e lo butto fuori dalla finestra. Mi faccio la barba una decina di volte e alla fine arrivano finalmente le sette meno un quarto. Il gatto, che raspa nervosamente alla finestra, lo faccio rientrare, saluto tutto e tutti e me ne vado. Salgo sulla moto di cortesia BMW e arrivo al punto di ritrovo. Lì c’è già il Biondo che ha dormito nella piazzola di sosta, ha fatto tre volte il pieno e gonfiatoe sgonfiato le gomme ripetutamente. Poi arriva il Nanosh con la scoppiettante motoretta e gasatissimo per l’occasione. Da lontano si intravede la banda della lacuale: Donato, Enrico, Friz e Raffaele giungono in fila indiana. Ci contiamo e ne manca uno... Ad un certo punto mi volto verso l’ingresso dell’autogrill e dico “ Ma chi è quel pirla che viene in autostrada col Ciao ?!” E’ Mauro ! Quello è talmente grande e grosso che l’Aprilia Pegaso sembra una bicicletta... Così ci sono le presentazioni di turno e le prime minchiate volano. Il Nano prende la moto e torna a prendere il telefono che si è dimenticato a casa. Il gigante buono (Mauro) pensa che è il caso di verificare la compattezza del suo casco inutilizzato da qualche anno e lo butta per terra. Risultato: torna a casa a prenderne un altro... Così, mentre il Nano si ricompatta al gruppo, Mauro ci dà appuntamento alla sosta successiva prevista all’autogrill di Assago dove si sarebbe unito a noi il 9° bastardo del gruppo. La carovana prende la via di Milano e, in perfetto orario, giunge all’appuntamento. Mentre parcheggio la moto, vedo un tizio che mi viene incontro “Azz...Che ci fa Funari qui ? Ma no...quello è il cantante dei Dik-Dik...” “PIACERE ! Sono Yaron !” Così conosciamo anche il non(n)o bastardo del gruppo e ci presenta la sua fedelissima Triumph 1200. Nel frattempo aspettiamo che Mauro arrivi per poi ripartire in tutta fretta verso Chiavari. Alle 9.15 si parte tutti e nove ed io sono quello che “tira” il gruppo. Una breve sosta per fare benzina e poi di volata verso la Serravalle-Genova. Il trio formato da me, Donato e Yaron crea immediatamente il vuoto ed arriviamo a Chiavari con un buon margine di vantaggio: speriamo che gli autovelox non abbiano infierito sulle nostre targhe. Io non vedo l’ora di riprendere possesso della mia moto e così giungiamo al concessionario BMW. Le solite minchiate di firme, assicurazioni che il lavoro era stato fatto a regola (..mmmhhh...) e metto le chiappe sulla mia sella. Ah...finalmente ! Il tempo previsto per la sosta è giunto al termine: decidiamo cosa fare, andiamo a prendere le focacce in panetteria e partiamo verso Aulla. Giusto il tempo di uscire da Sestri Levante che mi vedo costretto ad abdicare: la moto comincia a tossire e con una bella sputazzata si spegne proprio ad un semaforo. Le imprecazioni che sono uscite dalle mie corde vocali hanno toccato vari dialetti: dal piemontese al ligure, dal bergamasco al veneto stretto, dal pugliese all’albanese, dal siciliano al sardo per concludersi con un “mai vano” “VAFFANCULO ALLA BMW E A CHI SE L’E’ ACCATTATA ! CIOE’ IO !” Compio le operazioni ormai note e stranote e attendiamo il carro attrezzi: ne approfittiamo per pranzare e così evitiamo di perdere tempo. Alle 14 arriva il “solito” carro che mi imbraca la moto e, con le solite foto e questa volta anche con una ripresa video, se la porta via. L’apparato genito-urinario è fratturato: per un attimo ho pensato di tornarmene a casa ma poi ha prevalso il buon senso e la voglia di godersi tre giorni con gli amici alla faccia di quei tedeschi di merda che costruiscono le moto speculando sulla consistenza dei materiali elettrici. Ari-vaffanculo ! Così dopo aver fatto 260km su una moto e 12 km sulla mia, divento definitivamente passeggero della “Poderosa”. Partiamo alla volta di Aulla e ci immettiamo sulla Aurelia per fare il Passo del Bracco. Neanche il tempo di acclimatarmi come zavorra che a Donato scattano i “20km di paura” e parte a stecca. Non è facile per un reporter d’assalto come me passare da pilota a passeggero e posso dire di non aver avuto moto tempo per pensarci. Così, stretto il BdC. (non sarebbe passato nemmeno uno spillo), mi aggrappo alle maniglie e prego di arrivare sano e salvo alla tappa successiva. Alla fine mi abituo ed imparo a conoscere quando arriva il momento di aggrapparsi alle maniglie e iniziare a pregare. Il buon Maurone, durante la tappa consueta per il rifornimento, si avvicina e dice “Non per rompere...ma non sarebbe meglio..:” e così ci fa cambiare ancora itinerario proponendo l’intero tragitto in autostrada da La Spezia a Rosignano Marittimo. Io, che dovrei imporre la legge del “navigatore”, sono ancora in fase di “smarronamento” per cui non oppongo resistenza (per fortuna...). Nel frattempo il buon Yarno Trulli-Yaronsmith-Yaron è partito verso Firenze a ritirare il suo nipotino per poi giungere direttamente al B&B. Noi imbocchiamo l’autostrada a La Spezia e ci fermiamo a Rosignano per sgranchire le gambe e evitare che ci venissero le piaghe da decubito. Rapido sguardo alla cartina e si va per la Cecina-Volterra-Siena. I paesaggi cominciano a diventare veramente spettacolari in quanto le morbide colline (da desktop di windows), i colori quasi estivi ed il sole rendono il territorio unico e meraviglioso. Per noi motociclisti è il massimo: la strada percorre questo quadro dipinto dalla natura con curve non particolarmente impegnative e saliscendi piacevoli. E’ quasi un peccato andare forte...è bello guardare e riempirsi gli occhi di queste sensazioni. Peccato che siano scattati altri “20km di paura” proprio mentre ci avvicinavamo a Volterra ed io tentavo di fare le foto in movimento. Comincia a farsi sentire la stanchezza e cerchiamo le indicazioni per Siena e di conseguenza Casciano di Murlo. Vediamo in lontananza S.Gimignano e compattiamo il gruppo che si era sgranato visto che Cnigghie a più di 45/50kmh non va per paura di rovinare le gomme. Ci pensa Friz a spingere i ritardatari e finalmente giungiamo compatti al bivio per Campeccioli. Come previsto lo sterrato per giungere al Podere non ci preoccupa più di tanto ed in effetti non è particolarmente difficile. Arriviamo e immediatamente ci innamoriamo del luogo. Poi qualcuno anche dell’ostessa. Ma quello è un altro discorso. In un contesto eccezionale, con un panorama che guarda verso le colline senesi, un rustico completamente riattato ci accoglie mettendoci immediatamente a nostro agio. Le camere sono tutte confortevoli, ben arredate, col bagno ed ampie finestre che affacciano sui dintorni della campagna. Sono le 19.30 e siamo abbastanza stanchi ed affamati. Yaron and Friend si sono già avviati in quanto arrivati almeno un paio d’ore prima di noi e così chiediamo alla gentilissima e carinissima Loredana, un posto dove andare a cenare. Combinazione vuole che proprio in quei giorni c’era la festa del paese e così siamo andati a cenare dove c’era questo cartello “Uomini di mezza età con o senza moglie, donne già sistemate o tuttora impaziente logorante attesa, giovani imberbi e baldanzosi virgulti, gallinelle pavide ancora sotto cova, anziani un tempo audaci e ancora bellicosi...è tempo ormai di FESTA IN COLLINA. Ci dirigiamo verso il centro del paese e vediamo le tavolate apparecchiate per strada, un’enorme griglia sulla quale cuoceva di tutto (maiale, vitello, agnello...), enormi pentoloni con zuppa di fagioli... Seduti finalmente a tavola con la bora che spirava a 120km/h, cominciamo a mangiare le succulente specialità toscane. Vediamo Yaron e posso constatare in prima persona che il suo nipotino è a pieno diritto nella nomea dei Bastardi in quanto si avvicina a me e dice “Allora ? Chi l’è lo sfigato ? Ah...sei tu ! Bravo ! Bravo !” contemporaneamente mi pacchetta sulla schiena. Io che sto mangiando le salsicce e ho il coltello in mano, evito di colpirlo al volo alla giugulare per non interrompere così il suo ancora acerbo cammino verso la bastardaggine assoluta ed incasso il colpo senza ferire...proprio il caso di dire così. Vabbè...mi faranno santo..tra le varie prese per il culo e lo sfinimento morale arriviamo al banco dei dolci dove affogo i dispiaceri con cantucci e vin santo. Si ritorna alla magione e la Lori (!) ci fa accomodare ed iniziamo a chiacchierare. Così ci spiega che è tornata dall’India dove è stata per un paio di mesi a cercare “se stessa”, dove è stata negli Ashram, dove ha vissuto per un mese con una o un illuminato (no ricordo se uomo o donna). Tra gli sguardi perplessi di noi “comuni e trovatissimi” mortali, scatta la conoscenza specifica del settore “illuminati e buddisti” da parte di Webmaster Donato che stupisce la attraente Lori con frasi e concetti non buttati a caso. Mentre il Luini la studiava “sessualmente”, lui la esplorava “interiormente”... Io ho provato a dire un paio di minchiate per entrare nel discorso ma, sputtanatomi in quattro e quattr’otto, ho partecipato passivamente alla discussione così come il resto del gruppo. Decidiamo di andare a dormire e lì inizia un altro casino. Le stanze sono occupate da Yaron-Federico, Raffaele-Enrico-Friz, Nano-Biondo, Donato-Mauro-Dario. Così arrivati in camera, tempo zero e tutti a letto: Mauro inizia il concerto “Live in Trombon” dandoci dentro alla grande tant’è che Donato tira fuori da sotto il letto vari cunei di legno da impiantargli nel cuore come si fa ai vampiri. Poi si addormenta anche lui e partecipa attivamente al concerto...per fortuna io me ne frego e, stanco, mi addormento nonostante tutto.
DAY 2 – Sabato 19 Maggio La colazione è prevista per le 8.30. Qualcuno (non dico chi è...) è già sveglio dalle 6 e dalle 6.30 fa colazione con lo sguardo da “pesce lesso” con l’intento di carpire e di conquistare la padrona di casa. Io mi alzo e mandando a fare in culo i russatori della notte vengo accolto dal Nanon che, entrato in camera nostra, esprime un giudizio non proprio positivo sulla mia persona vedendomi appena sveglio. Scendo a fare colazione e iniziano gli sfrantucamenti di palle “Dove andiamo ? Che strada facciamo ? Mare o montagna ?” Ma dato che avevamo deciso per il mare, mare sia ! Così “impongo”l’itinerario mare. Grosseto, Castiglione della Pescaia, Punta Ala, Massa Marittima, Siena, Casciano per un totale di 230km (più o meno). Consigliati dalla pro-loco Loredana, ci avviamo verso le terme di Petriolo e lì giungiamo dopo pochi minuti di strada. Una pozza con acqua caldissima solforosa e di fianco il fiume con acqua “naturale”, peccato che la maggioranza abbia deciso di non tuffarsi privando noi pochi volenterosi (nano, biondo e me) del privilegio di godere dei benefici dell’acqua miracolosa (magari la mia moto sarebbe guarita...). Si parte alla volta di Grosseto e mi ricavo un ruolo da cinereporter con telecamera. Riprendo tutti i partecipanti al raid mentre cavalcano (loro...sigh) le moto nel paesaggio meraviglioso dell’alta maremma. In Toscana nulla è lasciato al caso. Anche gli enormi rotoli di fieno sono messi sulle colline e sui campi con un certo criterio: secondo me è l’ufficio del turismo locale a stabilire dove e come posizionare le balle di fieno per rendere il paesaggio ancor più caratteristico, particolare ed affascinante. La superstrada per Grosseto attraversa le colline con delicatezza, non deturpa il paesaggio anzi, lo esalta. Il sole è forte e esalta i colori estivi, si percepiscono profumi intensi. Gli occhi non si riempiono mai abbastanza del piacere di osservare la natura. Ecco: per essere sempre un “bicchiere mezzo pieno” posso dire che da passeggero me li sono proprio goduti questi posti. Probabilmente se avessi guidato, avrei scorto meno i particolari, sarei stato molto meno attento ai colori, alle colline. Ma vaffanculo... Finalmente tra una collina e l’altra scorgiamo il mare. Alè ! Ci dirigiamo verso Castiglione della Pescaia per giungere poi a Punta Ala. Enormi pinete costeggiano la strada e proteggono la stessa dal mare. Il profumo dei pini marittimi mi fa girare l’interruttore del cervello “estate-inverno” su estate. Basta. Ormai è estate ! Il mare ha dei colori spettacolari: blu, azzurro...ah...il mare.... Così arriviamo a Punta Ala: esaltazione della ricchezza. Parcheggiamo le moto e ci dirigiamo al porto. Barche, Yacht, qualche gommone (pezzente) ed addirittura un gozzo in vendita... Pochissima gente a parte quelli che stavano lì a pulire e preparare le barche per l’estate o per le uscite dei weekend. Noi, come buoni pensionati, ci impossessiamo di una panchina a ridosso del mare e ci sbrachiamo come veri turisti. L’ora è quella di pranzo ma la voglia di stare al mare prevale sulla fame. A parte il ricco-komunista Yaron che porta a pranzare Federico al ristorantino sul porto: alla faccia di Bertinotti ! :-))) Noi, molto più proletari, più terroni (a parte il Luini che più volte ci fa la prova della CATRECA aggiungendo altri vocaboli...) ci accontentiamo delle provviste di Raffaele che consistono in focaccia alle olive, pane pugliese/calabrese/buono, pomodori secchi, salame piccante. Quindi tra una stronzata e l’altra ci crogioliamo al sole mangiando quanto il buon Raf ha messo a disposizione. Consigliati dalla Lori (...) andiamo verso Cala Violina spiaggia annoverata tra una delle più belle d’Italia. Così giungiamo al parcheggio e il casellante ci dice che ci sono 1,5km da fare a piedi. Maremma Topa ! Ma noi siamo mica fighette moscie ! Anzi ! Alpini ! Fanti ! Paracadutisti ! Para...culi ! Ci incamminiamo per il sentiero che si snoda nel bosco e tra un enfisema ed un soffio al cuore, arriviamo finalmente al tanto sospirato mare. Il colpo d’occhio non è che sia entusiasmante: una spiaggia sì bella ma come ce ne sono tante in Italia. Con lo sguardo scorgiamo il posto dove vogliamo piantare le tende e denudarci per poi buttarci in acqua. E qui...stendiamo un velo pietoso sulle condizioni fisiche dei Bastardi. A parte Raffaele che ha ancora un fisico indenne dall’assalto del tessuto bastardo adiposo, gli altri, me per primo, ostentano un fisico da vera chiavica. Io poi, non avendo trovato il costume la sera prima, ho raccattato ciò che mi sembrava tale ma in realtà non era che un costume di almeno 10 anni prima che, indossato 10 anni dopo aveva un effetto devastante sul già mio martoriato fisico da 45enne. Così ho dovuto necessariamente gettarmi in acqua per coprire tanta nefandezza. Gli altri, invece, con costumi “accoglienti” non hanno avuto (almeno credo...) il fastidio così come l’ho avuto io. Ma a parte questo il bagno ci stava troppo dentro ! Un caldo estivissimo (30 gradi c’erano tutti) e una leggera brezza ci hanno aiutato ad entrare nell’acqua che non era decisamente calda ma nemmeno freddissima. Nei dieci/quindici minuti di bagno le cazzate si sprecavano: commenti sui primi topless, sui tanga, tette e culi, l’hanno fatta da padrone. Ah...che bella l’estate... Usciti dall’acqua tutti a dormire per almeno mezz’ora.: così svegliati ed abbrustoliti siamo andati ad abbeverarci al chioschetto del posto. Ed è cominciata la diatriba sul da farsi la sera per cena: “Andiamo direttamente a Siena” “Andiamo al Podere poi andiamo a Siena” “No ! Andiamo a Siena” “Si però poi torniamo e fa freddo e noi siamo a maniche corte sotto il giubbotto !” “Ok ! Allora andiamo al Podere...” “Ma allora non andiamo direttamente a Siena ?” Bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa !!!!!!!!!!!!!!!!!!! Si va al podere, ci si lava, ci si copre e poi si va a mangiare ! Eccheccazzo ! Finalmente, deciso il da farsi (e sono ormai le 5 del pomeriggio e dobbiamo fare ancora un centinaio di km), ritorniamo alle moto affrontando il cammino in salita e sotto il sole. Un rapido sguardo alla cartina e dico a Donato che andiamo avanti noi..come al solito. Ci involiamo verso Massa Marittima e poi intravediamo le prime indicazioni per Siena. Le strade ? beh..che dire ancora delle meravigliose strade toscane. A parte stare attenti per gli autovelox... In giornata non erano ancora scattati i temuti “20km di paura” che scattano prontamente alle prime curve impegnative. Segno della croce e...via ! Si va ! Destra, sinistra, destra, sinistra, frenata, staccata... Arriviamo alla fine della “sparata” e come al solito ci fermiamo ad aspettare gli altri. Il buon pilota mi confida che, all’ultimo, non aveva più il freno dietro…’TACCI SUA ! Il buon Mauro, ormai padrone della moto e della situazione, ci sta quasi dietro. Poi è Friz a darci dentro e a limare sempre più il battistrada della sua gomma posteriore, dimostrando piena padronanza del mezzo a sua disposizione e distaccando l’uomo griffe Ducati (Cnigghie) e Raffaele che, tra una video-telefonata e l’altra, si godono con calma il tragitto...ma così con calma che anche l’autovelox si è spento al loro passaggio. Il Biondo non è particolarmente scatenato: vuole godersi il paesaggio e fa bene. Il Nano, probabilmente, ancora frenato dalla paura del suo ultimo incidente, se la gode insieme al compagno di stanza. Yaron da quasi pensionato, con la responsabilità del nipote e con la moto che non consente di sbracarsi più di tanto, si gestisce le curve in modo tranquillo. Così arriviamo all’Abbazia di S.Galgano, luogo mistico e pieno di fascino immerso nei campi di grano. La sosta è d’obbligo ed entriamo in questo luogo di culto della Massoneria. Spettacolo nello spettacolo. Il tempo è però tiranno e dobbiamo raggiungere il Podere per poi andare a cena. Così alle 20 siamo lì e chiediamo alla Lori (che stava uscendo e che ha perso punti perchè aveva il rossetto sui denti – Donato dixit) dove andare a mangiare una buona fiorentina. Ci prenota il posto a pochi km di distanza e, dopo la classica doccia, si va a mangiare. Invasati per la fiorentina, giungiamo al ristorante “Il Ristoro” (voto 6,5 – costo 35€) che ci accoglie a braccia aperte (e te credo !). L’unica notizia che ha in qualche modo destabilizzato il gruppo è quella relativa al numero di fiorentine disponibili: solo tre. Io mi offro subito come volontario seguito immediatamente dal Nano e dal Biondo. Gli altri optano per filetti o lombata così ci si accontenta tutti. Chi prende il primo, chi come noi tre “eletti” solo il secondo: ogni fiorentina non era meno di 1.2kg…mica paglia ! Così la serata scivola via e l’idea di andare al paese, dove si svolgeva la festa del paese e la gente era giunta in massa, viene immediatamente accantonata. La giornata è stata intensa e il mare ci ha stroncato. Meglio andare a dormire. Si affronta la strada buia del ritorno e si giunge in camera. Il duo Luini-Webmaster comincia lo show non appena entrati nel letto: io cerco di porre rimedio infilandomi le cuffie dell’I-Pod ma nulla si può contro i rumori molesti dei due. Inoltre i fagioli all’uccelletto cominciavano a fare effetto…vi lascio immaginare…
DAY 3 – Domenica 20 Maggio Il risveglio è come sempre uno spettacolo. La giornata è bellissima e il sole illumina, come meglio non potrebbe fare, il panorama circostante. Spalancando le finestre della camera vediamo che alcuni bastardi sono già intenti a sistemare i bagagli sulle moto. Sceso a fare colazione mi rendo immediatamente conto che l’atmosfera vive di sensazioni contrastanti: il piacere del godersi del momento piacevolissimo del ritrovarsi a colazione e la tristezza della partenza e della consapevolezza che il giorno dopo ci saremmo trovati nel nostro ambiente di lavoro a parte il futuro pensionato Yaron che diceva “A me che me frega?! Io tra due giorni vado in pensione…” Così si comincia a dibattere sulla strada da farsi: “Facciamo il passo della Futa…” “No… facciamo il Lagastrello” “No andiamo a Siena” “Ma passiamo da Firenze…” Stooooop ! Prendo la guida stradale e vado a “concentrarmi” in privato. Così elaboro l’itinerario di ritorno che vede il transitare da Firenze a lasciare il neo bastardo Federico, poi si va verso Pistoia e si prende la strada che conduce al Passo dell’Abetone, per arrivare poi a Modena ed entrare in autostrada ed affrontare l’ultimo tratto del GdB in tutta tranquillità. Allora effettuati i saluti di rito con l’Ostessa e la sua compagna, si sale in moto direzione casa. Ripercorriamo la Siena-Firenze e la gustiamo diversamente, con la luce della mattina. Non c’è che dire: la Toscana si conferma terra stupenda e, ce se ne rende conto qualsiasi posto si guardi. Arriviamo a Firenze e il panorama che si scorge da piazzale Michelangelo è incantevole. Yaron, per condurci a casa di Federico, ci fa attraversare la città fino a giungere in zona stadio. Lasciamo il bastardino, lo salutiamo e ci involiamo verso l’Abetone non prima di aver fatto una sosta per un caffè. Arriviamo in zona Pistoia e usciamo dall’autostrada: finalmente curve e foreste. Il Webmaster non ha avuto “20km di paura” e sembra voglia godersi anche lui lo spettacolo. Si sale verso la cima del passo e pochi chilometri prima arriviamo nel luogo che ci sfamerà prima di tornare verso casa. Il pranzo è abbastanza sobrio ma non per questo poco gustoso: salame piccante, gnocchi, ravioli, tagliatelle fatte in casa, birra, dolci e caffè. Insomma con 10 euro a testa ce la caviamo. Sono le due e mezza quando risaliamo sulla moto: il risultato del MotoGp ci era giunto via telefono e quindi si riparte verso la vetta. Piccola sosta per la foto di ricordo e…via ! Si scende attraversando l’appennino modenese e la temperatura, l’aria cambia. Il caldo si fa sentire e i chilometri che mancano a Modena sono ancora parecchi. Attraversiamo parecchi paesi e arriviamo verso Reggio Emilia quando veniamo fermati da una colonna d’auto. Di lì a poco sarebbe transitato il Giro d’Italia ma per nostra fortuna riusciamo a passare prima che blocchino tutto. Accelerando l’andatura raggiungiamo l’autostrada ed è d’obbligo la sosta all’autogrill di Modena. L’arsura, la stanchezza, le chiappe informicolate e con evidenti segni di piaghe obbligano anche gli irriducibili a fermarsi. Qui avviene la prima separazione: Yaron saluta e se ne va in quanto deve rientrare a Milano mentre noi ci concediamo una pausa più lunga. Il gruppo si invola verso l’arrivo, Varese è ormai ad un centinaio di chilometri. La strada è abbastanza sgombra e non ci sono particolari problemi. Arriviamo all’autogrill di Castronno alle 19.30 esattamente 60 ore dopo la partenza di venerdì. Stanchi, soddisfatti e felici (o quasi…). Le foto ricordo che vengono scattate andranno ai posteri, timbrano il 2° giro del Bastardo 2007. Tutti, o quasi, col pensiero che sarebbe bello trasferirsi in quella regione, a lavorare, a gestire un posto come quello nel quale ci siamo trovati per due giorni. E’ un’altra vita, sicuramente. E’ un altro sogno.
Dieci gladiatori. Dell’asfalto. Duri. Compatti. Uniti. Mai domi. Stanchi. Timorosi. Spavaldi. Attenti. Concentrati. Allegri. Pensierosi. Spericolati. Unici. All’anno prossimo…branco di BASTARDI ! Tutte le foto le trovi nel sito di Dario: I diari della Motocicletta | |