Pinuccio & Doni Around the
house
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DA VARESE ALLE 5 TERRE in moto - (2006) di Dario

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IL GIRO DEL BASTARDO
Prima edizione
10-11 giugno 2006

Dati statistici:
8 partecipanti
(Antonello, Dario, Donato, Enrico, Fabrizio, Massimo, Raffaele, Vittorio), 3 ducati (Donato Multistrada, Enrico Monster 900, Massimo Monster 600), 3 yamaha (Antonello R6, Dario ST750, Fabrizio RD350), 1 aprilia (Vittorio, Tuono 100), 1 suzuki (Raffaele, Gsx650), 6 terroni/oriundi (Antonello,Dario, Donato, Enrico, Massimo, Raffaele), 2 polentoni (Fabrizio, Vittorio), 2 coppie di cognati (dario-Donato, Enrico-Fabrizio)

Km percorsi
680.

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Ebbene si. Sono, siamo dei Bastardi.
Fiero di esserlo.
Etimologia della parola
BASTARDO:
vuolsi per alcuno derivi dal germ.
BOS depravato, gusto, corrotto e ART natura; il che lo porterebbe al significato di degenere, altri dal germ. BAST scorza (degli alberi) con la preaccennata desinenza, lo che tratterebbe a dire esterno, avventizio… etc.
Beh…bastardo si, ma istruito ! Quindi, chi meglio di noi può essere definito in tale modo ?
Noi che abbiamo dormito sotto una splendida luna in riva al mare, noi che non ci siamo lavati per due giorni, noi che abbiamo defecato nella natura come i primitivi, noi che marcavamo il territorio appena scesi dai nostri mezzi, noi che abbiamo emesso flatulenze superiori ed inferiori, noi che ci siamo ingozzati come animali, noi che guardavamo tutto ciò che era dell’altro sesso che camminava in maniera spontanea.
Solo noi possiamo essere definiti BASTARDI e siamo fieri di esserlo.

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Ricordate questa data: 10 e 11 giugno 2006.
E’ una data storica perché ha dato il via ad una tradizione che dovrà essere rinnovata annualmente. Una tradizione per veri uomini, per soli uomini e per uomini soli.
Il GdB è una ennesima “invenzione” del mio amatissimo (proprio per queste minchiate…) cognato Donato detto “Il Fuggitivo” il quale, avendo unito delle persone con la stessa passione delle moto (avremmo in comune anche un’altra “passione” ma ottenere il permesso dalle mogli/fidanzate sarebbe quasi impossibile…), le escogita tutte per respirare “aria fresca” ogni tanto e, come si vede, non deve faticare più di tanto a trovare adepti che lo seguano nei suoi pellegrinaggi.
Il GdB inizia la scorsa settimana con le varie “convocazioni” ed adesioni. Il sottoscritto recluta e comunica a Fabrizio (e di rimbalzo a Enrico e di rimbalzo a Raffaele) l’orario e il luogo fissato per la partenza oltre all’equipaggiamento necessario per mitica due giorni.
Il Biondo e il Nano reclutano il fresco motorizzato Vittorio il quale, dopo un brevissimo e quasi inesistente pensamento, aderisce al progetto.
Et voilà ! Ecco gli otto bastardi !
Nei giorni precedenti la partenza io, come gli altri, mi sono preoccupato di preparare la moto. Pulizia accurata (manco ci dovessi andare a letto…), recupero del materiale occorrente (spazzolino da denti, fazzolettini umidificati, cibarie) e sistemazione dello zaino contenente tutto ciò che occorre ai bastardi per girovagare: sacco a pelo e cartina stradale.
Bene…come l’altra volta (Giro del Bastardino), la notte precedente alla partenza è stata quasi insonne: incubi da viaggio, paura che Donato potesse portarci lui e che dicesse “la so io la strada !”, ero convinto di percepire addirittura gli odori nel sonno…come il fumo dell’olio della moto di Fabrizio…ma poi mi sono accorto che non era quello ma uno “scappamento” personale…
Insomma alle sei ero già sveglio e pimpante come un ragazzino.
Doccia (almeno prima di partire…), vestizione, saluti alla famiglia, apertura garage e occhiata d’intesa alla moto, carezza, abbraccio e…..BRRROOOOAAAAMMMMMMMMM!!!!!
Il motore inizia a cantare, carico come una bestia, voglioso di mordere asfalto. Via !
Verso il punto di incontro dei Bastardi: l’autogrill di Castronno.
Convinto di essere il primo come l’altra volta, mi sorprende vedere già giunti Donato e Nano. Anche loro carichi ed eccitati come sbarbini. Odiamo un rombo (inframezzato da qualche scorreggia) ed ecco che arriva il fratello povero dei Simple Minds: il Biondo.
Poi altro rombo e un fulmine, anzi una Tuono, sopraggiunge nel parcheggio: Vittorio “Dani Pedrosa” Maiocchi.
Baci, abbracci, convenevoli di prassi ma la colazione va fatta. Ne mancano tre all’appello.
Andiamo a rimpinguare le casse dell’autogrill e uscendo dopo aver riempito la panzetta incontriamo, sopraggiunto da quel di Cocquio, il Friz che riscuote subito l’ammirazione per la sua intramontabile “friggitrice” RD 350.
Decidiamo a quel punto di andare a riempire i serbatoi in attesa che arrivino gli altri due smontanti dal posto di lavoro.
Così, dopo aver controllato anche la pressione alle gomme (il Biondo ha scoperto di non avere le gomme piene come i ruotini di scorta ma pneumatici che vanno gonfiati con aria…), ci mettiamo in griglia di partenza ed attendiamo i mancanti.
U’ Fuggè (Enrico) e Raffaele (che non conoscevamo fino a quel momento) arrivano quasi in puntuale ritardo: ci si presenta al nuovo adepto, si capisce al volo che è “uno dei nostri” e si sale in sella alle proprie moto e si parte verso la prima meta della giornata: la Val Trebbia.
Il primo pit-stop previsto è all’autogrill poco prima di Piacenza Sud che è l’uscita prevista.
Ovviamente il fascino dei motociclisti è risaputo: uomini veri, duri, incuranti del tempo, pronti a tutto.
Così, appena scesi dalle moto, quattro giovani fanciulle hanno chiesto se era possibile far loro una foto.
Che dire ?! Come le mosche sulla merda…Tutti dietro le quattro fanciulle, in posa da maschi dominanti, sorrisi compiaciuti, qualche toccata di culo  e… click !
“Dove andate di bello, figliole ? “ Chiede l’unico che lo può fare (Nano).
“A Forte dei Marmi…Bei maschioni !!!” rispondono loro.
Ed ecco la Hola ! Tutti (o quasi) cominciano a dire “Però…la Val Trebbia..che ce ne frega?!” “Non è meglio andare direttamente al mare ?” “Ragazzi ! Ho un’idea ! Andiamo a mangiare la Fiorentina in toscana…magari zona Forte dei Marmi, eh ?! Che ne dite ???”
Già, come se la fiorentina fosse tipica della zona della Versilia…
Il buon vecchio saggio (cioè io…) rimette tutti in carreggiata, toglie qualsiasi malsana idea dalla testa degli altri sette ingrifati e dirige la comitiva verso la meta: FORTE DEI MARMI !!!!
“Ma come ?!” “E la Val Trebbia ?!”
“Beh…passiamo dalla Val Trebbia e poi andiamo in Toscana !”
Tolti dalla mente pensieri da “comuni mortali”, si inizia a fare sul serio. Arriviamo in zona Val Trebbia e la strada diventa veramente bella ed impegnativa a livello motociclistico. Credo che pochi degli otto (forse nessuno) si è soffermato ad ammirare il paesaggio offerto dai luoghi attraversati.
La valle si incunea tra canyon di roccia e la strada la percorre abbastanza alta rispetto al fiume sottostante. I colori delle acque sono veramente spettacolari e il sole fa la sua parte rendendo tutto molto gradevole.

Eravamo tutti intenti ad affrontare curve e tornanti, sorpassare camion e auto nei pochi spazi consentiti (a volte anche non consentiti). Sta di fatto che, dopo circa 70/80 km di strada tortuosa, ci si ferma a fare rifornimento.
Naturalmente tutti molto soddisfatti della strada appena percorsa e ci si scambia le impressioni di guida. Il Biondo non perde occasione per festeggiare (sigaretta): da lì in poi, ad ogni fermata, non si faceva in tempo a scendere dalla moto che lui si era già tolto il casco e acceso una sigaretta.
Avendo già percorso l’itinerario sino a Rapallo, avviso i miei amici che ci sarebbe stato un altro tratto di strada impegnativo e che, al termine, avremmo potuto finalmente cibarci.
Così si risale in sella alle moto e via verso nuovi tornanti. Ci inerpichiamo verso il Valico della Scoffera e percorriamo questa strada a volte larga come quella che porta al Sacromonte di Varese, la preoccupazione è quella di poter incontrare in senso contrario qualche auto o trattore.
Per fortuna il tutto avviene nelle prime curve della arrampicata e un bel camioncino (o meglio il suo conducente) ci strombazza e inveisce contro gli otto bastardi che tagliano le curve e vanno a fuoco.

Arriviamo in “pausa pranzo” al bivio verso la costa ligure. Ci fermiamo e dal mio bauletto viene fuori un salame che avrebbe fatto invidia persino a Rocco Siffredi.
Così, armati di coltellino e pane, lo giustiziamo tra una (eh…si…una !) cazzata e l’altra.
Naturalmente si “marca” il territorio in branco giusto per far capire che siamo passati da quelle parti.
Nel frattempo “Forte dei Marmi” riecheggia nell’aria e fatico non poco a tenere a bada gli Assatanati della Moto.

Ci facciamo qualche foto, spariamo le solite decine di scorreggie (mi chiedo: ma perché quando ci sono più di tre maschi insieme la scorreggia la fa da padrona ? dovremmo chiederlo a Piero Angela in una puntata speciale di Quark sul comportamento del maschio umano…), i rutti ovviamente non sono da meno, il Biondo si fuma quelle dieci o undici sigarette, Friz rabbocca con due kg. di olio extravergine d’oliva la sua moto, Nuve-Nuve-Nuve (Enrico) fa editti sulle moto, Vittorio diventa catatonico, Raffaele osserva e cerca di capire che razza di Bastardi siamo, il Nano si siede e comincia a formulare frasi senza senso (beh…quello è abbastanza normale) e così via fino alla ripartenza verso la costa ligure.
Piccolo incidente ad uno stop: Vittorio entrato in letargia istantanea, mi tampona fortunatamente senza conseguenza per me ma lui attraversa l’incrocio zigzagando come un ubriaco e facendosi inveire contro dalle auto che sopraggiungevano…tutto e bene ciò che finisce bene…
Altra cosa ! Enrico ad ogni telefonata con la moglie (ciao Monica !) ripeteva “Andiamo a Chiavari !” forse perché ritiene la città (dal nome) un luogo di perdizione, votata al sesso sfrenato, popolata da donne di facili costumi.
Già…ci siamo arrivati poco dopo. Mai vista una città di mare così squallida…mare ?!?! spiaggia ?!?! Lasciamo stare…e poi l’unica cosa divertente è stata la pulizia dei piedi con dita da parte di uno stanziale seduto accanto al freezer dei gelati…inutile dire che nessuno di noi ha chiesto un cono…
Così, decisa la prossima meta, si risale sui mezzi e ci si dirige verso Forte dei Marmi.

Il capobranco (sempre io..) opta per una soluzione intermedia: sosta a Riva Trigoso con discesa sulla spiaggia e, eventualmente, bagno.
Così si giunge al parcheggio, si perde almeno una mezz’ora tra sistemazione caschi, smontaggio zaini e…solita sigaretta del tossico.
Ma si sa che il tempo non ci mancava e poi…
LA GATTA PER FARE IN FRETTA FECE I GATTINI CIIJJEEEEEECHI……

Arriviamo alla spiaggia e purtroppo c’è anche la documentazione visiva di quanto vado a descrivervi.(richiedere le foto…).
Il giubbotto della moto ha il suo fascino ed anche il suo compito: rendere bello anche colui che fisicamente lascia un po’ a desiderare. Ma…in spiaggia….non puoi prendere il sole in giubbotto, devi togliere il casco….
La scena è fantozziana: a parte il bianco della pelle (terroni e non terroni quasi tutti bianco latte), il quadro offerto dai fisici contenuti fino a quel momento da giubbotti e fasce elastiche per la schiena (raccontatela ad un altro, va !) è a dir poco rivoltante.
Rotoli (già ad avercene è un risultato buono…nel senso che alcuni sono un rotolo unico di proporzioni bibliche…) che a contarli non stavano sulle dita delle due mani con anche quelle dei piedi, seni che donne invidierebbero sia per la misura che per la consistenza, gambe flaccide, spalle gobbe…beh…insomma…non abbiamo fatto nulla per nasconderci…e penso che l’abbiano visto tutti i presenti sulla spiaggia.
Genitori preoccupati per i bambini che vedevano la scena, grida di spavento e addirittura la guardia costiera ad intimarci di rivestirci.
E’ arrivata anche Greanpeace quando si è sparsa la voce di un cetaceo arenatosi sulla spiaggia: abbiamo faticato a far capire (mentre lui dormiva) che Donato era uno di noi e che le braccia non erano le pinne caudali….
Insomma non è stato un bel vedere ma noi, da veri bastardi, ce ne siamo infischiati dei vari commenti.
Tutti, meno me e Fabrizio (lui per motivi di sopravvivenza della specie..sua), hanno fatto il bagno in un’acqua gelida che però ha ritemprato i fisici già segnati dalla stanchezza.
Vittorio sempre catatonico, si butta sulla spiaggia e schiaccia un bel riposino così come me, il Nano e Donato.
Gli altri credo abbiano cazzeggiato come al solito. Io sono svenuto per circa mezz’ora….
Al risveglio c’è un Brain-storming (sempre per far vedere che sono un bastardo istruito..) e si decide la meta successiva: Forte dei Marmi però passando da Monterosso (nota località delle Cinque Terre).
Così dopo la birra e le patatine, dopo la solita mezz’ora persa a rimontare gli zaini sulle moto e dopo l’ennesima festeggiata del Biondo, si riparte.
Affrontiamo la Via Aurelia sino a scollinare dal Passo del Bracco: paesaggio di mare stupendo e odori (questa volta sul serio) gradevolissimi (a parte chi stava dietro Fabrizio…). Il profumo dei pini e dei larici ci ha fatto sentire in vacanza, alcune similitudini con la costa ed il paesaggio della Corsica sono venute in mente quasi a tutti.
Ci avviciniamo alle 5 terre e, durante il tragitto, ci involiamo in avanti io e il Biondo: così dopo una curva sbagliata, lungo un rettilineo, investo una serpe che attraversa la strada ! Che schifo !!
Proseguo per circa 5 km. Con la pelle accapponata e il pensiero che il rettile si possa essere in qualche modo infilato nei miei jeans oppure sul radiatore della moto.
Arrivati al bivio per Monterosso, scendiamo e controllo la situazione. Meno male ! Il rettile è rimasto laddove investito.
Arrivano gli altri e…volete che non si marchi il territorio ?!?!? Non sia mai…
“Allora, raga…prima di Forte dei Marmi andiamo a vedere Monterosso…”
Si va e arrivati al parcheggio il Vitto (che poco prima era uscito dallo stato catatonico) rientra subito nello stesso senza prima aver messo giù il cavalletto della moto e…SPLAT ! Andata la leva della frizione e pedivella passeggero !
E con un flebile ma altrettanto convincente tono di voce comunica che lui è “alla frutta”.
Perdiamo la solita mezz’ora per le solite procedure (sigaretta compresa) e finalmente entriamo in paese alla ricerca di un luogo dove cibarci e soprattutto di un posto dove stendere il nostro sacco a pelo per la notte.
Monterosso (Red Mountain come direbbe il Nano) è un piacevolissimo paesino, con una baia incantevole, un bel mare pulito e parecchia gente. Fatichiamo non poco ad accordarci su dove andare a cenare e finalmente giungiamo in un vicolo nel quale vi sono un paio di locali tra i quali anche la pizzeria dove ci siamo rifocillati.
Ormai la sera ha il sopravvento sul giorno e con l’oscurità ci si preoccupa anche di come e dove dormire.
Dopo la pizza, le birre, le sprite, le focacce alla Nutella (cazzo…ho messo su un chilo in due giorni…), il branco si mette in cerca del posto.
Qualcuno avanza l’idea di cercare un Flash en Prenfast (sarebbe Bed & Breakfast ma gli è caduto il ponte mentre lo diceva…) e così si fa. Addirittura ci infiliamo in una Locanda e chiediamo anche in un paio di alberghi a mezza stella ma niente da fare.
Allora ci si avvia verso la passeggiata e giunti in riva al mare ci abbandoniamo alla stanchezza ed alla consapevolezza che sarebbero stati “cazzi da cacare”.
LA VITA E’ COME LA SCALETTA DEL POLLAIO: CORTA E PIENA DI MERDA !
Io vado verso una zona della spiaggia non ancora “esplorata” e effettivamente fa al caso nostro. Però è sempre sulla spiaggia e sempre in vista…
Poi, attraversiamo un tunnel che porta all’altra parte della città…niente…
Vediamo una scalinata che va verso il promontorio e ci avviamo.
Giunti ad un belvedere, intravediamo sotto un vecchio bunker e pensiamo che lì potrebbe essere il posto ideale dove nasconderci per dormire.
Il Nano si offre volontario ed offre anche la sua caviglie ed il suo ginocchio in quanto, poco lucido come sempre, liscia lo scalino e PATASGNAC ! A terra capovolto come una tartaruga sul proprio guscio ! Braccia e gambe all’aria tra le risate incredule di tutti. Persino quelle di Vitto che ogni tanto rientra in se stesso e poi ripiomba nel suo mondo parallelo.
Io e Raf saliamo lungo una scalinata che porta ad un altro spiazzo sottostante un convento. Anche lì potrebbe andar bene ma la superficie in cemento è troppo dura per le nostre ossa.
E poi c’è il Biondo che ha paura dell’unico esemplare di Gatto Roccia di Monterosso presente proprio lì. Un felino che si mimetizza con la roccia e poi aggredisce quando meno te lo aspetti durante la notte.
Si è fatta ormai mezzanotte e gli otto sfigati bastardi si avviano verso la spiaggia in quanto è l’unico posto “decente”.
Nuve-Nuve-Nuve vorrebbe montare la tenda così come Friz e Raf: gli unici tre che, previdenti e possessori, se la sono portata da casa. Ma grazie alla democrazia che vige all’interno del gruppo, il divieto è categorico e quindi…niente da fare ! Solo sacco a pelo !
Scendiamo senza dare nell’occhio (secondo voi, otto persone con in mano sacchi a pelo, zaini, caschi…che a mezzanotte scendono sulla spiaggia…fanno intuire qualcosa ?!), e ognuno sceglie la sua “camera” con vista e bagno privato.
Ecco la formazione delle camere dal mare verso l’interno: Donato, Dario, Fabrizio, Nano, Enrico, Raffaele, Biondo e Vittorio.
Tempo 25 / 30 secondi dopo aver preparato il giaciglio e tutti piombano nel classico sonno di pietra…
Ma la notte è strana…
Io, ad esempio, ho steso l’asciugamano e non ho usato subito il sacco a pelo, mi sono coperto col giubbotto da moto e mi sono addormentato come un sasso…ma…verso le tre meno un quarto, sentivo ogni tanto un alito di vento freddo che mi soffiava nelle orecchie. Escludendo i miei vicini di camera in quanto entrambi nei sacchi a pelo, ho pensato che forse era il caso di coprirsi.
Però il fatto di aver estratto il sacco, averlo sistemato…insomma non riuscivo più a dormire.
Nell’arco di un’ora ho visto gente che portava il cane a giocare in spiaggia (paura che il quadrupede potesse pisciarci addosso o sbranarci credendoci profughi), dall’alto ragazzi ubriachi che pisciavano cantando cori da stadio (paura che potessero lanciare giù bottiglie o altro…oltre la piscia), due ragazzi che scendevano ogni dieci minuti e si anfrattavano non ho capito a far cosa (paura che fossero gay e violentassero Vittorio)….insomma un po’ di tutto…
Per non parlare del concerto dell’Armata Russa…nel senso che nessuno dormiva ma russavano tutti e sette !!!!
Un concertino ! Ho avuto paura che qualcuno chiamasse la polizia per schiamazzi…e naturalmente tra un russo e un altro, un comizio di Donato…di culo, ovviamente !
Per fortuna anche un fisico forte e coriaceo come il mio cede alla stanchezza e riesco a dormire fino all’alba.
Nel frattempo, però, il Biondo vede una coppia di ragazzi proprio di fronte alle nostre camere, che si abbandona in costume adamitico e con la scusa di un bisogno corporale, si appropinqua ai due…sente che sono inglesi e, con la patta aperta e il cardellino pronto ad uscire dalla gabbia dice: “Sorry, i can mettere my bird into buco free della girl ?”
Ovviamente i due ragazzi si fanno una sana risata…non si sa se per la proposta in perfetto inglese oppure per il “bird” pronto a svolazzare…

Così si accendono le luci del giorno (che immagine bucolica…) e gli otto si alzano dal giaciglio. “E’ ora di riordinare la camera !”.
Vittorio esce dal coma della sera precedente e si vede che è completamente trasformato. Nano esce dal bozzolo come una farfalla, Zio Enri manco apre gli occhi che già inizia a rompere le palle, Raf è un po’ stonato ma rinfrancato dalla dormita, Donato in preda a raptus fotografico e il buon Friz probabilmente, conoscendo le sue abitudini, sarà stato sveglio dalle quattro…
Sono le sei del mattino e lo stomaco reclama la colazione. Per attendere che qualche bar aprisse pensiamo bene di andare alle moto e sistemare zaini e sacchi a pelo. Io mi lavo pure i denti…incredibile…mi sembrava di avere in bocca una pantegana dal pelo lungo…Finalmente la colazione: cappuccino, brioches, spremuta d’arancio e caffè…un cocktail micidiale per la peristalsi !
Trascorriamo quasi un’ora seduti in pasticceria e il Nano è il primo ad avere i sintomi del maschio partoriente.
Con fare indifferente, prende dal portatovaglioli il necessario all’ablazione dei residui del “parto”…chiedendo secondo noi quanti ne doveva prendere…
Si alza e dice “Vado a fare un fax…mi ordinate un frappè ?”
Noi, nel frattempo, ordiniamo i caffè e il Biondo va a comprarsi la droga giornaliera.
Intanto anche io comincio ad avere le prime “contrazioni” così come Donato, Biondo e Vittorio.
Ma si sa che gli uomini tengono…si…ma fino ad un certo punto !
Così, avviandoci verso le moto, si sentono addirittura alcuni “vagiti”, addirittura “l’alito”…
Decidiamo dove andare e accendiamo i motori. Saltiamo in sella direzione Vernazza.
Si parte e, strada facendo, io ho dei dolori allucinanti sento che il parto è ormai imminente, sento le mani del “bambino” che spingono sulla sella tanto che mi devo sedere in modo strano per non soffrire.
Donato credo che sia nelle mie stesse condizioni, difatti quando gli faccio notare una strada in salita che fa al caso nostro, fa un dietrofront e la prende sparato.
Così arriviamo sotto un ripetitore dei telefoni e lasciamo che la natura abbia il suo corso…
Pochi secondi e si è liberi come non mai. Pronti ad affrontare la strada senza nessuno che dall’interno ti spingesse.
La cosa strana è che dopo, per circa mezz’ora, i telefonini non hanno più funzionato nella zona…
Riprendiamo la strada e raggiungiamo gli altri. Ne mancano due: Biondo e Vittorio.
Il Biondo esce da un cespuglio con in mano la carta igienica e l’aria soddisfatta oltre l’immancabile sigaretta.
Vittorio prende il testimone (la carta) e va in bagno anche lui. Esce dopo qualche minuto e dice…”No, è solo aria…”
Giusto il tempo di arrivare a metà carreggiata che ci ripensa, ritorna sui suoi passi e dopo poco ritorna pure libero e leggero.
Bastardi ?! Si. Ma rispettosi della natura. Per la natura.
Finalmente liberi da ogni vincolo ci dirigiamo verso Vernazza e ci arriviamo percorrendo una strada tortuosa. Ci obbligano a lasciare le moto a circa un km dal paese e, tra un sacramento e l’altro, ci appropinquiamo a raggiungerlo.
Il tempo non è bello e qualche timore di prendere l’acqua comincia a serpeggiare tra di noi.
Sono solo le dieci del mattino e l’allegra brigata si spaparanza al centro del paese.
La fame invita i bastardi a fare merenda con focaccia ligure ed una bella birretta fresca.
Dopo la sosta di un’ora si ritorna verso le moto ripercorrendo la strada che, all’andata, era in discesa… per cui la salita si è fatta sentire sulle gambe.
Arrivati alle moto ci si rifocilla d’acqua, si fuma la solita sigaretta e decidiamo di dirigerci verso il Passo della Cisa.
Raggiungiamo La Spezia, Aulla e finalmente affrontiamo quel tratto di strada così famoso ai motociclisti. Il tempo è buono, il sole ci aiuta a goderci ancor meglio le curve della salita verso la sommità e, giunti al Passo ci fermiamo per il pranzo.
Bella lì ! Funghi, prosciutto, capriolo, cinghiale, sorbetto, vino e caffè…con naturalmente rutto libero.
Insomma è sembrato un pranzo di matrimonio…mancava solo il taglio della cravatta…
All’inizio della discesa avvengono i primi scambi di…moto.
Donato offre la sua al Biondo il quale, guardandola con schifo, accetta di guidarla per pochi chilometri.
Al termine della prova si è fatto dare immediatamente il numero di telefono del rivenditore Ducati di Varese perché se la vuole comprare anche lui…Com’è strano il mondo, eh ?
Le impressioni dell’R6 invece non sono molto positive: “Mi è sembrato di guidare un legno…” così ha detto Donato dopo la prova.
La Multistrada poi la provo io…e Donato sale sul mio transatlantico.
A me già piaceva prima, figuratevi dopo che l’ho provata…
Nella discesa verso Parma alcuni motociclisti ci segnalano la presenza della Polizia e ovviamente rallentiamo.
Ma,, dato che la sfiga ci vede benissimo, tre dei nostri vengono fermati per un normale controllo e, Raffaele, si becca 35 € di multa per la targa non regolamentare…A Fabrizio viene consigliato di cambiare l’olio (dopo due/tre fritture fa male..) e al Biondo viene detto di buttare via quella moto da tamarro.
Riformatosi il gruppo a Fornovo, decidiamo di imboccare l’autostrada e, al bivio, Vittorio tira dritto a velocità stratosferica….
Fortunatamente lo rintracciamo telefonicamente e dopo quasi un’ora di attesa ci raggiunge al casello di Fornovo.
Si entra in autostrada, direzione Varese !
Procediamo tutti in fila indiana con Vittorio che tiene una velocità costante di 120 km/h tranne quando ad un certo punto, gira in maniera anomala la sua manopola del gas e arriva a 245 kmh !!!
Per non parlare dei due pazzi che andavano a fuoco in tangenziale…vero Donato e Nano ???
Dopo un paio di pit-stop arriviamo finalmente a Castronno e sono le 19.35.

Le foto sono d’obbligo, la soddisfazione e la stanchezza sono altrettanto visibili.
Ci si abbraccia, ci si augura che il prossimo GdB sia altrettanto bello e divertente.
Questo è stato sicuramente memorabile.
Qualcuno già pensa quando, come e dove organizzare il prossimo…
Io rammento che tra poco si voterà per cambiare la Costituzione Italiana: possiamo far mettere un articolo nel quale si obbliga a mogli e fidanzate di concedere almeno un weekend al mese per questo tipo di zingarate motociclistiche…
Che ne dite ?????

Il vostro Reporter su due ruote !

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