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LIONE - La fete des lumieres - di Stefania Grasso

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Viaggio di Stefania Grasso

FRANCIA

Cari amici, vorrei iniziare la discussione questa sera ponendo due semplici domande:

E' mai capitato a qualcuno di voi di trovarsi in un tunnel lungo, buio

cercando disperatamente una via d'uscita, qualcosa a cui aggrapparsi per sopravvivere senza volersi arrendere, insomma un desiderio di luce??

 E soprattutto, in questo periodo natalizio di allegria per alcuni forzata per altri spontanea che effetto provoca nel vostro spirito questa luce sfarzosa ricca di mille vivaci colori??

La mia risposta è la seguente: dipende dal luogo in cui viviamo, o ci troviamo. Ci sono luci modeste, in città piccole, monotone che cercano invano di reprimere il dolore, la sensazione soffocante di solitudine. Ci sono però anche luci di luoghi particolari, luci riflesse in acqua che regalano uno spettacolo cromatico emozionante da donare pace al cuore e sollievo all'anima. Senza dimenticare le luminarie al cospetto di un'opera d'arte di qualsiasi genere, dal romanico al gotico, al barocco, ravvivano l'arte, risvegliano tutto il suo splendore.

Ricordo specialmente un particolare che risale per la precisione a ben 14 anni fa il nome di un albergo della Costa Smeralda "Luci di la Muntagna" anche se eravamo proprio in riva al mare, mi ero chiesta chissà cosa avesse ispirato un nome simile in una zona così bella, forse il contrasto della luminaria dell'altura con i riflessi di quell'acqua turchese, chissà da dove provenivano tutte quelle luci....

Anche per chi crede ma anche per chi è agnostico, la luce viene citata nei versetti dei Salmi biblici:"Alla tua luce, Signore, vediamo la luce" e sembra incredibile ma ci sono fiori primaverili come i tulipani che trasmettono con la loro luminosità, uno splendore e una serenità interiore indescrivibile. I fiori però poi appassiscono come purtroppo certe amicizie e con loro svanisce anche quella splendida e rassicurante sensazione di pace lasciando spazio alla depressione, all'angoscia, alla solitudine.

Come vedete gli effetti che le luci infondono in ognuno di noi, nel nostro piccolo sono molteplici ma c'è una città della Francia - ora penso vi meraviglierete che non sto esaltando l'Italia- dove l'avvicinarsi del Natale crea una festa di colori luminosi mai vista prima, tonalità brillanti dal turchese al rosa, dal blu al giallo al rosso al magenta proiettate proprio sui monumenti principali e per le vie del centro.

Questa città, cari amici, si chiama Lione, sorge sul Rodano ed è attraversata da numerosi ponti e passerelle. A mio avviso, almeno, per quanto potuto vedere al nostro arrivo, Lione somiglia un poco ad alcune rinomate località tedesche quali Amburgo e Colonia per il grand'angolo che si può cogliere sui ponti sopra il Rodano

Il nostro itinerario natalizio prosegue con la visita dei mercatini di Natale, con simpatiche decorazioni e possibilità di degustazione di ottimi prodotti locali

Il freddo cominciava ad essere eccessivo e il cielo uggioso contribuiva gradatamente a far calare la luce. L'unico modo per ripararsi dal gelo era rifugiarsi negli edifici più vicini come ad esempio la chiesa di Saint George sulle rive del fiume Saona, costruita nel 1869 in un bellissimo stile neogotico dall'architetto Pierre Bossan pianificatore della basilica di Fourvière qui trattata successivamente. Dentro questa chiesa abbiamo potuto riposare in preghiera con un piacevole calore non solo fisico ma anche spirituale, regalato dai canti polifonici gregoriani e dalle luci soffuse delle vetrate colorate. Le angolature notturne sull'architettura gotica sono a dir poco preziose e stupende.

Non poteva mancare nel giorno dell'Immacolata Concezione la salita alla Basilica di Notre Dame de Fourvière edificata con un'architettura che unisce il bizantino al romanico, uno scenario insolito per la fine del 1800. Il progettista, l'architetto Pierre Bossan trasse ispirazione dalla Basilica del Sacro Cuore di Parigi.

I canti mariani dei numerosi pellegrini sembravano dare sollievo durante la faticosa salita nel freddo e nel buio inquietante della sera. L'inquietudine però era placata dal bellissimo panorama del parco antistante la chiesa da cui si potevano ammirare le luci della città mentre il volto del Cristo con un piccolo cero verde in mano induceva alla meditazione vespertina.

La grande festa però stava per iniziare e il trionfo delle luci avvenne presso la Cattedrale dei Santi Giovanni Battista e Stefano ubicata nella vecchia Lione, un edificio eretto tra il 1100 e il 1480 in stile romanico e gotico. La Cattedrale conserva un orologio astronomico del XVI secolo. La facciata gotica presenta tre portali nella parte inferiore, mentre nella zona superiore due torri campanarie incorniciano il rosone che domina sulla navata centrale. Nella parte interna della Chiesa è possibile osservare come si passa gradatamente dal romanico al gotico con le volte a crociera e le vetrate del rosone. Durante la visita l'occhio si è soffermato su piccoli ceri colorati dal fuoco vivo e la mente ha riposato in una sorta di preghiera individuale mentre sullo sfondo una proiezione invitava all'esortazione dello Spirito Santo per farci più sentire vicini a Dio: effettivamente la preghiera nell'arte è più ricca di speranza e contribuisce molto a ravvivare la fede.

Fuori sul sagrato lo spettacolo era imminente: luci incredibili con sagome di leoni, angeli, volti in preghiera e altro ancora, andavano a colorare la Cattedrale rendendola un'opera d'arte unica, raffinata, emozionante, passionale, melodica. Il trionfo del blu, del rosso, del magenta, del giallo, un trionfo imperiale, assoluto al mondo.

Luci che riscaldavano dal gran tremore per il freddo, luci che la reflex nuova catturava tra mille emozioni stipati tra la folla ma in quel momento il bagliore era troppo bello, ogni sofferenza veniva accantonata. Al termine dello spettacolo spingendo tra la ressa ripercorrendo ponti e piazze lentamente ci si avvicinava all'autostazione per ritornare indietro. Ruote illuminate, alberi di Natale luccicanti, decorazioni ponti completamente splendenti di viola e magenta. L'ultima luce prima di salire sul nostro mezzo di trasporto però era emanata da piccoli ceri bianchi quasi a simboleggiare una speranza che mai deve essere persa, un candore angelico, un segnale di protezione.

Ecco i vari volti della luce, una compagna nel nostro faticoso cammino, un'amica allegra nei momenti di malinconia, una voce spirituale nella solitudine, una magia che impreziosisce e regna sull'arte.

STEFANIA GRASSO

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